Stanotte è uscito l’episodio 2×02 di The Last of Us, l’acclamata serie HBO ispirata all’omonimo videogioco prodotto da Naughty Dog per PlayStation.
Durante un’intervista con Variety, il regista Mark Mylod ha discusso del finale e delle differenze con il videogioco. Vi avvisiamo della presenza di SPOILER.
Dopo un primo episodio introduttivo, il secondo si concentra sull’impatto devastante di un attacco condotto da una massa di infetti contro la cittadina di Jackson. Questo evento innesca una serie di eventi a catena che provoca la morte di Joel (Pedro Pascal), lasciando la comunità in uno stato di distruzione totale. La catastrofe evidenzia come gli eventi siano ormai distanti dalla narrazione del videogioco originale, offrendo nuove prospettive sulla lotta per la sopravvivenza e sui rischi legati alle invasioni degli infetti.
Abby (Kaitlyn Dever) emerge come figura centrale motivata dalla volontà di vendetta nei confronti di Joel, poiché quest’ultimo è responsabile dell’uccisione del padre e altri membri delle Luci a Salt Lake City. La sua sete di vendetta si concretizza dopo cinque anni dall’evento, e la scena dell’assassinio rispetta fedelmente quella del videogioco (anche se con alcune variazioni riguardanti i personaggi presenti durante lo scontro).
A riguardo, il regista ha detto:
Kaitlyn e Bella hanno dovuto rendersi così vulnerabili per diversi giorni per trovare una straordinaria resistenza fisica e mentale, per spingersi fino al limite in modo che non rimanesse nulla sul tavolo, emotivamente.
A differenza del videogioco, che nascondeva il colpo di grazia di Abby al corpo di Joel, la serie non si è sottratta alla violenza mostrando esplicitamente la ragazza che conficca l’estremità rotta della mazza da golf nel collo dell’uomo, mentre Ellie (Bella Ramsey) gli urla incontrollabilmente di alzarsi.
L’intenzione iniziale era proprio quella di non vederlo accadere. La decisione di cambiare è stata dettata dalla reticenza. Ci sembrava di volerci sottrarre. Gran parte del gioco ruota attorno alle conseguenze e all’affrontare la situazione. L’idea di sbattere le palpebre e nascondersi da tutto ciò sembrava reticente, quasi disonesta e ingenua. Ecco perché l’abbiamo cambiato e l’abbiamo mostrato.