Dopo 30 anni nella compagnia, a marzo 2023 Isaac “Ike” Perlmutter (ex CEO di Marvel Entertainment e figura particolarmente controversa per gli adattamenti cinematografici e televisivi dei fumetti della Casa delle Idee) è stato licenziato da The Walt Disney Company come parte della riduzione dei costi.
Durante un evento in Florida, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha raccontato una versione differente del licenziamento di Perlmutter (da tempo un suo amico e finanziatore) sostenendo che sia stato quest’ultimo ad aver abbandonato Disney:
È passato dalla bancarotta a possedere la Disney. Poi ha deciso di abbandonare la Disney perché è diventata woke. Non voleva Paperino woke.
Perlmutter è stato uno dei più grandi benefattori di Trump ed ha donato importanti cifre alla sua campagna presidenziale del 2024.
A seguito del licenziamento, Perlmutter ha unito le sue azioni della compagnia con quelle di Nelson Peltz, cercando senza successo di riottenere due seggi nel consiglio di amministrazione della Disney. Dopo il rifiuto, ha venduto tutte le sue azioni della Disney (oltre 25 milioni) per $3 miliardi di dollari.
Perlmutter ha avuto parecchie divergenze con varie figure di spicco della compagnia, tra cui l’attuale presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, che ha più volte minacciato di abbandonare lo studio se Perlmutter avesse continuato con i suoi comportamenti; il CEO Bob Iger è intervenuto rendendo indipendenti i Marvel Studios, che da quel momento non hanno più risposto a Marvel Entertainment ma soltanto ai Walt Disney Studios e ad Alan Horn.
La maggior parte dei dissidi tra Feige e Perlmutter era legata soprattutto alla mancanza di diversità nei film dell’MCU ed alla mancata realizzazione di Captain Marvel e Black Panther nei primi anni 2000. A detta del controverso dirigente e co-proprietario della Toy Biz, infatti, i giocattoli dei personaggi femminili e dei personaggi neri “non vendevano abbastanza” da giustificare la realizzazione di film stand-alone su supereroine o supereroi di altre etnie.
Il lavoro di Perlmutter, dopo la separazione dai Marvel Studios si è limitato alla supervisione del lato editoriale, televisivo e videoludico e di certi prodotti di consumo. All’investitore, peraltro, si deve il “demerito” di aver istituito il cosiddetto Marvel Creative Committee, un gruppo composto da diversi fumettisti incaricati di riscrivere le sceneggiature dei film dell’MCU e di fornire alcune dritte per “migliorare” la caratterizzazione degli antagonisti.
Perlmutter era noto nell’industria dell’intrattenimento non solo per la sua riservatezza (è stato visto in pubblico solo in rarissime occasioni) ma anche per la sua tendenza a risparmiare il più possibile nelle scelte aziendali. Uno degli esempi più noti riguarda quella volta in cui Perlmutter impose ai disegnatori della Marvel Comics di riciclare le graffette buttate nel cestino. Per monitorare attentamente le attività negli uffici della Marvel a New York, inoltre, Perlmutter fece installare almeno 20 telecamere, disattivate successivamente dalla Disney.
Perlmutter possedeva una quota azionaria significativa della Disney e, considerando che senza di lui la Casa di Topolino non sarebbe entrata in possesso della Marvel, non è stato allontanato per tutto questo tempo per un “senso di obbligo” nei suoi confronti.