Mercoledì 28 agosto è uscito nelle sale cinematografiche italiane il reboot de Il Corvo con protagonisti Bill Skarsgård e FKA Twigs, una rivisitazione moderna dell’omonima graphic novel di James O’Barr diretta da Rupert Sanders e che fin dal primo annuncio ha generato non poche critiche contrastanti, tra chi ha condannato questa nuova versione della storia e chi invece l’ha apprezzata.
Durante un’intervista realizzata da The Hollywood Reporter durante la première del film, il regista Rupert Sanders ha smentito le voci, nate in seguito a un’intervista a Bill Skarsgård fatta agli inizi di giugno, sulla realizzazione di un sequel. Ai tempi, l’attore protagonista aveva criticato il finale della pellicola dicendo che avrebbe preferito un “qualcosa di più definitivo” scaturendo la curiosità di alcuni fan, e la paura di altri, in merito allo sviluppo di un continuo della storia. Recentemente, il regista ne ha quindi approfittato per smentire tali voci:
Mi piacerebbe che il pubblico lo sapesse perché è importante […] Viviamo in un mondo in cui le persone ricevono un frammento di qualcosa che viene amplificato da un milione di computer portatili, ma nessuno sa davvero come comprovare ciò che sta effettivamente mettendo in circolazione. Il film, a mio avviso, si regge da solo. Personalmente odio i film di cui si deve vedere il sequel. Un film dovrebbe concludersi in modo soddisfacente per la storia, e questo film lo fa.
Può continuare per una seconda avventura? Sì. L’Eric di Bill [Skarsgård] è un personaggio incredibile e alla fine del film è diventato qualcosa di nuovo. In un certo senso, è la storia delle origini di un personaggio come Batman, e credo che Il Cavaliere Oscuro di Bill [Skarsgård] potrebbe essere dietro l’angolo […] L’idea emozionante di lui che si muove tra i mondi e tra la vita e la morte è affascinante. Ci sono sicuramente un milione di versioni di quello che potrebbe essere, ma al momento la mia attenzione era rivolta a raccontare la storia di Eric e Shelly e a portarla a termine in un modo molto limitato.
In conclusione, il regista ha spiegato che nonostante siano state scritte circa 30 versioni del finale, l’idea di un finale che lasciasse la porta aperta a un sequel non è mai stata messa in discussione:
I migliori finali sono sempre aperti alla discussione e sono sempre aperti a persone diverse che ne traggono cose diverse, ma di certo non credo che questo sia un finale truffaldino che dice che si deve avere un sequel. E non è mai stata questa l’idea […] Ho esaminato circa 30 finali, come sempre accade in un film. È molto raro che ci sia esattamente quello sulla pagina e che si giri esattamente quello, ma credo che abbiamo trovato il finale migliore per il film.