Non manca ormai molto all’uscita della quarta stagione di The Boys, prevista per il 13 giugno su Prime Video e la campagna promozionale è entrata nel vivo.
Nel corso di una nuova intervista con The Hollywood Reporter, lo showrunner Eric Kripke ha discusso dei parallelismi tra la serie e gli eventi del mondo reale, in particolar modo riguardo il processo a Donald Trump e la sua candidatura come presidente degli Stati Uniti.
Volevamo già affrontare tutto ciò da tempo. stiamo parlando di elezioni, di un nuovo presidente e del conteggio dei voti al Congresso. È strano chiamarla fortuna, ma a volte ci sentiamo come se ci trovassimo nella stanza degli sceneggiatori di Satana.
Quando Seth [Rogen], Evan [Goldberg] e io abbiamo iniziato a proporre la serie, era il 2016. Volevamo solo fare una versione molto realistica di uno show di supereroi, uno in cui i supereroi sono celebrità che si comportano male. Riguardo Trump, pensavamo: ‘Non sta davvero ottenendo la carica di presidente, vero?’ E invece poi è successo.
Kripke aggiunge:
Quando è stato eletto, avevamo tra le mani una metafora perfetta che rifletteva il mondo attuale. All’improvviso, ci siamo ritrovati a raccontare storia interconnessa tra celebrità e autoritarismo e su come i social media e l’intrattenimento vengono utilizzati per proporre il fascismo.
Sui parallelismi tra la trama di The Boys e i recentissimi avvenimenti, lo sceneggiatore ha detto:
Questo succede con ogni stagione, a volte scriviamo gli episodi quasi due anni prima dell’uscita e poi scopriamo che le notizie del mondo reale riflettono accuratamente ciò di cui stiamo parlando nella serie.
Non è uno spoiler, ma il primo episodio della quarta stagione mostra il processo di Patriota. Una grande preoccupazione per noi è stata: ‘Puoi condannare per davvero qualcuno di così potente per un crimine? Questo cosa significa per i vari sostenitori o per chi protesta contro questa persona?’ Sapevamo che l’episodio sarebbe uscito subito dopo il processo a Donald Trump? Naturalmente no… noi scriviamo soltanto ciò che ci spaventa e che ci fa incazzare.
Kripke continua:
Riguardo la terza stagione, qualcuno ci ha chiesto: ‘Come avete fatto ad anticipare con così tanta precisione l’eccessiva sorveglianza della polizia nei quartieri afroamericani?’ Ma questo è un problema da oltre 100 anni. Era un problema 5 anni fa e, sfortunatamente, sarà un problema tra altri 5 anni. È sempre lo stesso schifo.
A chi accusa la serie di essere woke, lo sceneggiatore dice:
Ho chiaramente una mia prospettiva e non mi vergogno all’idea di inserirla nella serie. Chiunque voglia definire la serie ‘woke’ o altro, va bene. Vai a guardare qualcos’altro. Ma di certo non mi scuserò per quello che stiamo facendo. Alcune persone che guardano The Boys pensano che Patriota sia l’eroe. Se il messaggio che capiscono è questo, allora alzo le mani.