La storia di Invincible osservata dal punto di vista dei suoi protagonisti, Mark e Nolan Grayson, e un excursus sul loro travagliato rapporto. (A cura di Nicola Giglio)
Cosa definisce una bella storia? Secondo molti la risposta a questa domanda è soggettiva, e probabilmente hanno ragione. Tuttavia esistono due elementi che accomunano tutte le belle storie, di qualunque tipo: gli eventi e i personaggi.
Nel corso delle prime due stagioni di Invincible, la serie animata di Prime Video ispirata al celebre fumetto di Robert Kirkman, è possibile apprezzare come il connubio di questi due fattori dia luce a una meravigliosa storia: una storia di amore, di odio, di redenzione e di risentimento.
Nell’intenso, epico finale della prima stagione avevamo lasciato Mark comprensibilmente ricolmo d’odio nei confronti di suo padre, Omni-Man, rivelatosi essere non il salvatore dell’umanità, bensì il suo potenziale dittatore.
Dopo aver svelato la sua vera natura, Nolan Grayson tentò di convincere suo figlio a entrare a far parte dell’impero di Viltrum, il che sottintendeva schiavizzare la Terra e i suoi abitanti; ma Mark si rifiutò, lasciando suo padre confuso in merito ai propri sentimenti, che lo portarono a lasciare il Pianeta per vagare senza una meta, alla deriva nello spazio sulle note di ‘Avalanche’.
Qui si apre la seconda stagione, e scopriamo subito che la realtà che abbiamo visto finora non è la sola, ma che anzi in molteplici altre dimensioni il figlio ha accettato l’offerta del padre, rivoltandosi contro i suoi amici e abbracciando in pieno i dettami viltrumiti.
Dunque chi è Mark Grayson? Il terrestre che si ribellò contro suo padre o il viltrumita che tradì sua madre? La risposta è entrambi.
Il legame che unisce un genitore e un figlio è il più stretto in assoluto, per questo i più empatici tra gli spettatori si saranno chiesti: “E se Omni-Man fosse stato mio padre?” D’altronde, Mark conosceva Nolan da tutta la sua vita, lo ammirava, si ispirava a lui, e scoprire chi era davvero avrebbe spezzato il più ferreo dei cuori.
Possiamo dunque biasimare i Mark Grayson che hanno scelto di unirsi ai loro padri in virtù del rapporto che li legava da tutta la vita? Chiaramente sì, in quanto parliamo di assassini efferati, ma possiamo comunque tentare di metterci nei loro panni: possiamo davvero asserire che chiunque avrebbe risposto come il “nostro” Mark e non come gli altri? Il bene non è un concetto assoluto, e i principi di molti di noi sono germogliati dai semi che ci hanno instillato i nostri genitori.
Non è forse vero che sin da piccoli ci viene insegnato di onorare il padre e la madre? Perché dunque Invincible avrebbe dovuto scegliere di schierarsi dalla parte dell’una rispetto all’altro? Perché è cresciuto come un essere umano.
Il più grande errore commesso da Nolan Grayson è stato crescere suo figlio come un terrestre, che, in quanto tale, riesce ad avere una straordinaria capacità di discernimento, capacità che su Viltrum non è nemmeno contemplata.
Al momento clou, dunque, non tutti i Mark Grayson si sono uniti al padre: alcuni hanno deciso di resistere, combattere e soccombere a un nemico infinitamente più forte, un nemico che fino a poco prima sembrava essere il loro più grande alleato.
E Omni-Man?
Il nostro viltrumita, apprendendo la decisa volontà del figlio, si apprestò a compiere la più logica delle azioni, eliminare la minaccia, ma non ce la fece. In preda alla più tipica delle emozioni umane, Nolan preferì gettarsi in un buco nero che affrontare la realtà delle cose, ovvero che la briciola di tempo rappresentata dai vent’anni passati sulla Terra pesava quanto un macigno all’interno del suo animo.
Il fato volle, però, che poco prima di togliersi la vita (o tentare di farlo) Omni-Man ebbe l’occasione di avere un nuovo scopo, identico al precedente: diventare un marito, un padre e un difensore, decidendo di scagliarsi contro l’impero che lo aveva allevato da migliaia di anni.
Solo l’amore paterno è stato talmente forte da cambiare in toto un viltrumita, da fargli dimenticare il fine della sua esistenza, da fargli mettere in discussione il proprio retaggio culturale. Mark e Nolan rappresentano il rapporto genitore-figlio che c’è in ognuno di noi. Alcuni sono così fortunati da avere genitori modello, ad altri non è capitata la stessa sorte, ma, come insegna Invincible, ogni uomo può cambiare, a qualunque età, se le persone che lo circondano sono abbastanza forti da consentirgli di farlo.