Nel corso di una nuova intervista, il regista Zack Snyder è tornato a difendere una delle scene più controverse dei suoi film DC: la sequenza in cui Superman uccide Zod nel finale di Man of Steel (2013), spezzandogli il collo per evitare una strage di innocenti.
A riguardo, il regista ha spiegato:
In questo scenario non c’è spazio per gli esseri umani. Lui non si fermerà, non vuole negoziare nessun accordo… Per Superman era: ‘O Zod o loro’, questa è la posta in gioco. Non c’è una soluzione di mezzo. Zod gli ha detto: ‘Combatteremo fin quando non ti ucciderò o tu non mi ucciderai’.
Snyder ha quindi difeso saldamente la sua visione:
Le persone mi hanno detto: ‘Perché hai messo Superman di fronte a questa scelta?’ Beh, se Superman non è in grado di gestire questa posizione in cui si trova, allora è un falso…
Deve per forza fare i conti con lo scenario che si è presentato, non può semplicemente fare una scelta. Questa cosa è fuori dalla sua bussola morale che può affrontare normalmente… è come il test della Kobayashi Maru di Star Trek. L’idea è quella di presentare uno scenario dove non c’è vittoria per mostrare come reagiscono le persone di fronte a queste scelte.
Se il personaggio può rispondere in un modo che consolida la sua umanità, allora è più forte.
Già in passato, il regista aveva spiegato di aver fatto morire Zod per mano di Superman perché non apprezza i film senza conseguenze:
Superman sta effettivamente salvando il mondo dall’essere terraformato in un altro pianeta, tutto questo serve a un bene superiore. È uno scenario alla Ozymandias, dove un grande sacrificio è attuato per salvare il mondo e in questo caso direi che non è nemmeno intenzionale, Zod è davvero potente. Non è realistico pensare di farlo morire senza suggerire l’idea che stia per vincere ed è il tipo di conseguenze che voglio nei miei film di supereroi.