Durante un’intervista con ScreenRant , il direttore della fotografia Isaac Bauman ha avuto modo di riflettere sulla seconda stagione di Loki e di parlare degli aspetti più complicati della realizzazione della serie prodotta dai Marvel Studios .
Riguardo alla scena ambientata nella Citadella alla Fine del Tempo, la dimora di Colui Che Rimane (Jonathan Majors ), il cinematographer ha spiegato il motivo per cui la location appare con un aspetto diverso rispetto alla prima stagione:
Quello che si vede in quella stanza, nell’ufficio di Colui che Rimane nella Citadella alla Fine del Tempo, doveva riflettere tutti i cambiamenti stilistici apportati alla seconda stagione. […] Sapevamo che avremmo dovuto ripensarla, perché era l’opposto di quello che volevamo fare per la seconda stagione. Intendo che era tutta saturata, colorata, con luce colorata dinamica… insomma, c’era il viola, il verde, il blu.
Per la seconda stagione ho volutamente tolto tutte le fonti di luci colorate e prendo molto seriamente il rispetto delle regole. Così ne ho parlato con Justin, Aaron e Kevin Wright, il produttore esecutivo. Ho preso delle immagini di quella scena nella prima stagione e le ho messe in una colonna. Poi ho duplicato le immagini, le ho modificate su Adobe Lightroom e ho tolto tutto il colore, mettendole su un’altra colonna. L’ho mostrato a tutti e ho detto: “Allora, stando a quello che stiamo pensando, ecco cosa faremo. A voi sta bene?”. Ho semplicemente avuto un “sì” come risposta.
Quel camino è anche nella prima stagione, ma è una luce ambientale. […] Qui l’abbiamo aumentata e abbiamo fatto una cosa che non avevamo mai fatto, perché quel fuoco non ci dava la luce di cui avevamo bisogno, neanche lontanamente. Perciò abbiamo posizionato delle luci sul set per simulare quel fuoco.
Bauman ha poi discusso del finale con Mobius (Owen Wilson ) e Sylvie (Sophia Di Martino ), girato in esterni con luce naturale, e della pressione provata per quel compito:
Quella in realtà è l’ultimissima scena, quel dialogo con Mobius e Sylvie. Sapendo che sarebbe stata girata di giorno in esterni ero preoccupato. Ho detto: “Ragazzi, capite che non ho il controllo su quello che succederà, giusto? Andremo praticamente a caso”.
Però tutti volevano che fosse così, ho cercato di far cambiare idea a tutti, ma era giusto così e alla fine hanno avuto ragione, sono felice di averlo fatto. Abbiamo chiesto di girarla verso la fine della giornata, in modo che la luce fosse più bella possibile. Generalmente, più il sole si abbassa e più filtra attraverso gli alberi e oggetti vari creando ombre, rendendo la luce più calda e più dorata.
Per delle inquadrature, tuttavia, c’è stato stato bisogno di luci:
L’inquadratura di lui [Mobius] che guarda diritto verso la casa, con il cielo dietro di lui, è stata illuminata artificialmente. Il sole non lo illuminava in faccia, perciò abbiamo usato dei faretti con diffusore, cosa che non uso mai. All’esterno tengo molto a non usare nessuna luce, ma in questo caso dovevamo. Era importante che il sole gli illuminasse il viso.
L’inquadratura più spaventosa? Proprio l’ultima, con Mobius di spalle e la casa sullo sfondo, sfocata:
Quella che ci ha fatto più paura è l’ultima inquadratura, l’ultima che abbiamo girato quel giorno e l’ultima di tutta la sequenza. È così poetica e bellissima, ha una luce perfetta. Per girarla la troupe ha dovuto riposizionarsi con più velocità possibile. Immaginate 300 persone, […] un maledetto di battaglione… spostarle è roba davvero seria. Dovevamo spostare una quantità di attrezzatura e di persone incredibile, ma la troupe ha capito subito i nostri intenti e ha corso come non aveva mai fatto in 90 giorni per girare quell’inquadratura. Alla fine ce l’abbiamo fatta.