Nei giorni scorsi, il fumettista Robert Kirkman (produttore della serie animata Invincible su Prime Video) si è lasciato sfuggire la conferma che Steven Yeun interpreterà Sentry in Thunderbolts, il nuovo film dei Marvel Studios. La notizia non è stata accolta nel migliore dei modi dai fan, a dir poco sorpresi di vedere un attore sudcoreano alto 1,75 nei panni di un personaggio che è più potente (e ancora più muscoloso) di Thor. Ma ora vi spieghiamo perché è la scelta giusta.
Prima di essere Sentry, l’uomo col potere di mille soli che esplodono, il personaggio è prima di tutto Robert Reynolds detto Bob, una persona complessa e fragile (sia di mente che di fisico). Bob soffre di un disturbo dissociativo dell’identità che si manifesta in triplice forma: quella di base, “umana”; quella divina, ovvero Sentry; e infine Void, una personalità malvagia che lo acceca e talvolta lo trasforma in un villain a tutto tondo.
La figura di Sentry si concentra proprio su questo disturbo che affligge Bob e sulle sue drammatiche vicende, ancor prima che sulle banali scene d’azione con il supereroe dorato. È dunque una mossa più che logica basare il casting sulle capacità attoriali, invece che sul mero aspetto fisico. Peraltro, visto che Sentry è uno e trino, per forza di cose Steven Yeun reciterà probabilmente soltanto nei panni di Bob, mentre ipotizziamo che Sentry e Void verranno realizzati tramite un misto di trucco, costumi imbottiti, CGI, controfigure, ecc.
Chi si lamenta della scelta di questo attore, non ha ben capito l’essenza del personaggio; sarebbe come dire che Mark Ruffalo è troppo fuori forma per interpretare Hulk, senza sapere che dietro al Golia Verde c’è prima di tutto Bruce Banner. Per non parlare del velato (nemmeno tanto) razzismo nei confronti di Yeun, poiché l’etnia di Bob Reynolds non ha il minimo peso sulla sua storia.