Pochi giorni fa, quattro senatori statunitensi hanno annunciato una proposta di legge per tutelare attori, cantanti e altre persone nell’ambito dell’uso dell’Intelligenza Artificiale. Il “Nurture Originals, Foster Art, and Keep Entertainment Safe Act”, anche noto come No Fakes Act, riterrà legalmente responsabili persone, compagnie e piattaforme che decidano di produrre o ospitare repliche digitali.
SAG-AFTRA (il sindacato degli attori di Hollywood) ha approvato con entusiasmo l’annuncio, come si legge nelle parole della presidente Fran Drescher:
La voce di un interprete e il suo aspetto sono parte della sua essenza unica, perciò non è giusto che vengano usati senza il suo permesso. Il consenso è la chiave.
Il No Fakes Act impedirebbe a una persona di produrre o distribuire una replica non autorizzata generata tramite l’uso di intelligenza artificiale, ritenendola direttamente responsabile dei danni. A fare eccezione ci sarebbe la rappresentazione di un individuo in opere protette dal Primo Emendamento, come trasmissioni sportive, documentari, opere biografiche o in contesti di critica, commento o parodia.
(WATCH) SAG-AFTRA’s Rebecca Damon announces US Senate bill to protect actors from unregulated AI #SAGAFTRAStrike pic.twitter.com/BiciPpz4tE
— Deadline Hollywood (@DEADLINE) October 12, 2023
Le trattative tra il sindacato degli attori (SAG-AFTRA) e l’associazione dei produttori di Hollywood (AMPTP) si sono bruscamente interrotte nella giornata di giovedì 12 ottobre dopo quasi due settimane di meeting – ai quali hanno partecipato i vertici di Disney, Netflix, Warner Bros. Discovery e NBCUniversal – a causa di “eccessive divergenze”.
In un comunicato ufficiale rilasciato da SAG-AFTRA, il sindacato degli attori ha accusato i produttori di compiere “atti di bullismo” nel tentativo di raggiungere un accordo più vantaggioso per gli studios:
Siamo profondamente delusi dal loro rifiuto. Abbiamo negoziato in buona fede, nonostante la loro offerta iniziale fosse addirittura meno del contratto iniziale risalente a prima dello sciopero. Queste major usano la tattica del bullismo nei nostri confronti. Si rifiutano di proteggere i nostri attori da un possibile rimpiazzo con le AI, si rifiutano di aumentare la quota degli stipendi minimi nonostante l’inflazione sia alle stelle, e si rifiutano di condividere una minima percentuale dell’immenso patrimonio che il NOSTRO lavoro genera.
La richiesta di SAG-AFTRA include un aumento di circa 11% sugli stipendi minimi per far fronte alla costante inflazione negli Stati Uniti, mentre l’AMPTP ha offerto loro lo stesso accordo offerto anche agli sceneggiatori e ai registi (ovvero un aumento iniziale del 5%, seguito da un ulteriore incremento prima del 4% e poi del 3.5%).
Gli studios hanno presentato la loro ultima offerta nella giornata di mercoledì 11 ottobre, che è stata rifiutata. A riguardo, un portavoce dell’AMPTP afferma:
Dopo quasi due settimane di trattative, è chiaro che le divergenze tra AMPTP e SAG-AFTRA sono eccessive. Non siamo riusciti a trovare un punto d’incontro, quindi le conversazioni non si stanno muovendo in una direzione produttiva. Speriamo che SAG-AFTRA decida di riconsiderare la nostra offerta e tornare presto al tavolo delle trattative.
Lo sciopero degli attori è in corso da ormai 90 giorni e sta per superare lo sciopero più lungo della storia, avvenuto nel 1980 e durato 95 giorni.