Il 2 maggio 2025 uscirà al cinema Avengers: The Kang Dynasty, la prima parte dell’epico crossover finale della Saga del Multiverso che verrà diretto da Destin Daniel Cretton (regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli) e scritto da Jeff Loveness (sceneggiatore di Ant-Man and The Wasp: Quantumania).
Negli ultimi anni il Marvel Cinematic Universe ha aperto ufficialmente le porte al Multiverso, concetto che rappresenterà un pilastro fondamentale della macrotrama in vista di Avengers: Secret Wars. I Marvel Studios hanno persino creato un vero e proprio manuale per permettere ai registi, agli sceneggiatori e ai creativi coinvolti nei loro progetti di orientarsi meglio nell’esplorazione delle infinite possibilità offerte da questo concetto.
Nel corso di una lunga intervista con ComicBook.com, lo sceneggiatore Jeff Loveness ha parlato del suo approccio al Multiverso spiegando le opportunità creative e i rischi di questo espediente narrativo:
“Penso sia questa la grande domanda e la grande sfida da affrontare con le storie sul Multiverso. Abbiamo già visto molte storie del genere finora, abbiamo visto ‘Rick and Morty‘, abbiamo visto ‘Everything Everywhere All at Once‘ e ci sono un paio di altre cose sul Multiverso che usciranno prossimamente. L’idea che uno Spider-Man incontri un altro Spider-Man non è più un’idea originale. Ci sarà una trilogia che parla di questo, ed è stato fatto in modo brillante. Quindi non puoi rendere le persone provenienti da altri diversi leggermente diverse. Abbiamo visto tutti l’episodio di ‘Star Trek‘ in cui Spock ha il pizzetto. Non puoi fare neanche la versione malvagia. Quindi è davvero una sfida e cerco quasi di non pensare che sia una storia sul Multiverso.”
Lo sceneggiatore continua:
“[Il Multiverso] è più una porta scorrevole, preferisco basare la storia sui personaggi e le loro scelte e di meno sulla gimmick visiva. Non sono neanche sicuro di avere una risposta a questa domanda ma cerco di non pensare alle realtà alternative come dimensioni parallele. Sono dei posti unici e completamente validi. È come un altro paese o la Guerra Fredda. Probabilmente quelle persone non ci assomigliano ma la loro vita è importante e mette alla prova la nostra stessa superiorità. Noi ovviamente tifiamo per i personaggi dell’MCU perché abbiamo visto quei film. Ma è come quando all’America non importa se lasciamo i nostri condizionatori accesi per tutta la notte… all’improvviso il clima cambia per tutti noi. E forse abbiamo bisogno di vedere persone che non assomiglino a noi sotto certi aspetti.”
Infine, Loveness conclude stuzzicando sullo status della sceneggiatura:
“È tutto in divenire ma mi sto concentrando sullo scrivere un bel film con i personaggi avvincenti che abbiamo. Il Multiverso è quasi una vetrina, uno specchietto per le allodole. È un aspetto divertente e visivo legato ai personaggi ma non ti ci puoi perdere troppo perché altrimenti si crea soltanto uno scenario in cui Garfield [il gatto] è viola anziché arancione. Penso che l’aspetto divertente del Multiverso sia legato alle scelte dei personaggi e alla direzione in cui può andare la storia e non costruire il film attorno a questi mondi.”