Nel 2014, Edgar Wright (regista della cosiddetta “Trilogia del Cornetto” e di film iconici quali Scott Pilgrim vs. the World e Last Night in Soho) abbandonò inaspettatamente la regia del primo film su Ant-Man poco prima dell’inizio delle riprese a causa di “divergenze creative” insanabili con i Marvel Studios, segnando uno dei momenti più bui e difficili nella storia della compagnia.
In seguito all’addio di Wright e dello sceneggiatore Joe Cornish, lo studio incaricò Paul Rudd e Adam McKay (regista di Anchorman) di revisionare lo script non solo per modificare il tono della pellicola ma anche per integrarla meglio nell’MCU. Nonostante ciò, alla fine sia a Wright che a Cornish sono stati riservati dei crediti per aver ideato la storia e per la sceneggiatura poiché il loro script rappresenta l’ossatura centrale del film.
Nel corso di un’intervista con HSC, Evangeline Lilly (interprete di Hope van Dyne/Wasp) ha parlato dell’abbandono di Edgar Wright e, dopo aver ammesso che dal suo punto di vista la sua versione di Ant-Man sarebbe stata “fenomenale” e “molto divertente”, ha spiegato cosa la convinse a non abbandonare definitivamente il film:
HSC: “Quando ottenesti il ruolo di Hope e Edgar [Wright] lasciò il progetto, la tua reazione fu ‘Oh, visto? Ve lo avevo detto ragazzi. Cosa stiamo facendo? Perché mi avete convinto a farlo?'”
Lilly: “Sì! Sì! Ero pronta ad andarmene. Pensai ‘Oh, queste grosse multinazionali che fanno le prepotenti con i creativi! Ora basta, creativi… riuniamoci!’ Non mi faceva impazzire quello che era successo e non vedevo l’ora di lavorare con Edgar e pensai che lui e Paul [Rudd] avrebbero formato un duo molto dinamico e divertente. Edgar aveva una visione molto diversa per Hope rispetto a quella che abbiamo fatto alla fine. Sai, era un personaggio più dark… era una specie di talpa, di agente doppiogiochista, e quello che voleva fare, nel classico stile di Edgar, era farmi indossare delle parrucche e farmi avere look diversi. E pensavo che sarebbe stato molto divertente. Quindi sì, ho avuto quel momento in cui ho pensato ‘È per questo che non si entra nei grossi franchise.'”
HSC: “Ma fortunatamente hanno coinvolto una persona come Peyton che è intelligente, gentile, interessante e inventivo. Cosa ti ha rasserenato quando lui salì a bordo del progetto? Fu la nuova versione della sceneggiatura? Fu una conversazione con lui?”
Lilly: “Fu la nuova versione dello script. Per me tutto vive e respira con la sceneggiatura, il che è difficile nei film Marvel perché cambia costantemente durante il processo. Ma se quello che succede nella storia alla fine è servito a prescindere da qualsiasi decisione venga presa… Penso che l’Ant-Man di Edgar Wright sarebbe stato fenomenale e avrei fatto di tutto per farne parte ma se la Marvel ha una visione per il loro MCU e deve incastrarsi in quel contesto… tipo ‘Come gestisci tutto? Come rendi tutto monocromatico per certi versi ma variando allo stesso tempo?’ E sono molto bravi a farlo. Penso che siano molto bravi a creare una sensazione complessiva che ti fa’ capire di trovarti nello stesso universo e di capire determinati concetti e a fare in modo che ogni franchise abbia la sua personalità. Quindi penso alla fine di essermi convinta e di aver detto ‘Ok, vediamo come vanno le cose.'”