Il 9 novembre è uscito al cinema Black Panther: Wakanda Forever, il sequel del film vincitore di 3 premi Oscar nel 2018 che dovrà affrontare l’improvvisa morte del protagonista Chadwick Boseman e portare avanti la storia di Shuri (Letitia Wright), ora alla guida del Regno di Wakanda.
Nel corso di un’intervista con Rolling Stone, Michael B. Jordan ha riflettuto sulla sua esperienza nel ruolo di Killmonger, svelando di aver evitato di interagire con la sua famiglia durante l’intera durata delle riprese del primo film per entrare meglio nel ruolo:
“Killmonger mi ha permesso di mi ha permesso di accedere al dolore. E alla frustrazione impenitente che ho avuto. Ma poi, ovviamente, c’è una profonda tristezza che deriva da ciò. Mi ci sono tuffato molto più a lungo di quanto abbia fatto in passato. Quindi quando uscivo da quel ruolo era difficile desiderare amore. Perché durante le riprese mi sono tenuto lontano dalla famiglia e dai bambini, e da tutto quello che Killmonger non ha mai avuto.”
In un’intervista con Oprah Winfrey risalente al 2019, Jordan aveva svelato di essere andato in terapia a causa del ruolo di Killmonger dopo l’uscita del blockbuster dei Marvel Studios:
“All’inizio è stato un po’ difficile per me. Riadattarsi alle persone che si preoccupano per me, ottenere quell’amore che ho tenuto lontano. Ho chiuso fuori l’amore, non volevo l’amore. Volevo essere in questo luogo solitario il più a lungo possibile.”
“La mente è molto potente. La mente può portare il corpo oltre una soglia a cui avrebbe rinunciato molto prima. Onestamente, la terapia, parlare con qualcuno mi ha aiutato un sacco. Si possono tollerare molte cose, ma non sono proprio d’accordo. Chiunque ha bisogno di sfogarsi e parlare.”