Negli ultimi quindici anni il Marvel Cinematic Universe ha dimostrato di essere uno dei franchise più redditizi della storia di Hollywood, portando in sala non solo gli appassionati e i lettori di fumetti ma anche molti spettatori occasionali che non si sono mai approcciati ai film supereroistici. Nonostante il successo commerciale di questi prodotti contribuisca in modo significativo alla vita delle sale cinematografiche, molti registi (e spettatori) accusano spesso questi film di togliere visibilità ad altre tipologie di pellicole.
Nel corso di un’intervista con Rolling Stone, Steven Soderbergh (regista di Ocean’s Eleven e di Magic Mike) – noto per il suo peculiare stile di narrazione non lineare e ricco di colpi di scena e di sequenze sperimentali – ha parlato dello stato di salute dell’industria cinematografica attuale e della sua posizione sui film sui supereroi:
“Non ho alcun problema filosofico con questi film. Il nocciolo della questione è: non sono in target. Da bambino non ho mai letto fumetti. Non mi piace il genere fantasy. Sono troppo ancorato alla realtà. Quindi semplicemente non sono in target. Sono agnostico verso questi film. Ma, da regista, ti posso confermare che sono film molto difficili da fare, e richiedono una certa energia.”
Quando gli è stato chiesto di esprimersi sull’impatto dei cinecomics sugli altri film in programmazione nelle sale, il regista ha ridimensionato il problema spiegando di avere fiducia nell’abilità artistica e creativa di altri cineasti:
“Ciò che accade con il pubblico è simile alla storia dell’uovo e della gallina. Il motivo per il quale [i cinecomics] tolgono spazio ad altri film – come i film drammatici di medio livello per adulti – è riconducibile al fatto che le persone spendono più soldi per vedere i film di supereroi rispetto ad altri film. Gli esercenti stanno solo cercando di sopravvivere, e sta diventando sempre più difficile per loro. Ora, ogni volta che mi lamento e dico ‘Sarà così per sempre? Siamo bloccati qui?’, qualcuno, all’insaputa di tutti noi, è là fuori a lavorare a qualcosa che uscirà tra sei mesi o un anno da adesso e che invertirà la traiettoria che pensiamo di stare percorrendo, e le cose inizieranno a muoversi in un’altra direzione. Credo sempre nell’abilità dei registi di cambiare le sorti dell’industria. Credo nell’abilità che gli artisti hanno di capire cosa succede attorno a loro.”