Avengers: Endgame ha rappresentato la fine dell’arco narrativo di Iron Man, il supereroe interpretato da Robert Downey Jr. che con l’omonimo film del 2008 ha dato inizio all’intero Universo Cinematografico Marvel. Come spiegato più volte dal presidente Kevin Feige, il casting di RDJ è stato il più grande rischio preso dai Marvel Studios; il regista Jon Favreau che si è esposto in prima persona, convincendo la vecchia dirigenza della Casa delle Idee a puntare sull’attore nonostante i suoi ben noti problemi.
Nel corso di una lunga intervista con Deadline, Downey Jr. ha riflettuto sulla sua decennale esperienza nell’MCU e sul suo processo di casting, ricordando l’importante contributo di Favreau malgrado la resistenza al suo potenziale e controverso ingaggio:
“Ho scambiato la mia ossessione precedente con un’ossessione per questo ruolo e non dimentichiamoci che fu [Jon] Favreau a spingere affinché fossi ingaggiato. Ma sapeva che avrebbe dovuto fare politica o non avrebbe avuto alcun vantaggio in futuro.
In seguito abbiamo iniziato una run storica di quello che ora è un universo cinematografico e essenzialmente realizzammo la nostra versione ad alto budget di ‘Sr.’ con tutti i modelli di un film di genere e con l’intenzione di renderlo il più commerciabile possibile. Quell’anno venni invitato al gala Time100.
Potevi portare una persona e spiegare come ti avesse influenzato. Io portai mio padre e dissi quanto fosse strano essere cresciuto da lui nel suo mondo della controcultura. Una volta smaltita finalmente la sbornia, ha influenzato molto l’approccio che abbiamo preso nel tentativo di reinventare il genere. E dissi ‘Papà, hai qualche commento da fare?’, lui prese il microfono e disse ‘Non sono tuo padre.’
Fu un successone. È l’unica volta che io e mio padre abbiamo indossato lo smoking. Ci incamminammo verso il centro. E quando gli chiesi cosa ne pensasse, fece una battuta.”