La spiegazione completa del finale dello speciale di Halloween dei Marvel Studios su Werewolf by Night (Gael García Bernal).
Per la maggior parte della durata dello speciale di Halloween l’unico elemento a colori è la Bloodstone, un artefatto in grado di potenziare la forza fisica, la velocità, l’agilità, la resistenza, i sensi e i riflessi di chi la indossa a livelli superumani e rende i suoi possessori più longevi rispetto agli umani. Questa scelta estetica richiama non solo i film horror sui mostri della Universal e della Hammer degli anni ’30 e ’40 come The Wolf Man (1941) ma anche la bambina con il cappotto rosso di Schindler’s List (1993) di Steven Spielberg e le scene in bianco, nero e rosso presenti nei trailer ufficiali di Avengers: Endgame (2019).
Nel finale, tuttavia, Elsa Bloodstone reclama la pietra in seguito alla morte di Verussa e, improvvisamente, la scena torna a colori. Nonostante molti fan abbiano ipotizzato che la pietra abbia il potere di alterare la realtà in qualche modo, la transizione dal bianco e nero ai colori ha un valore prettamente simbolico. Come spiegato nello speciale, i cacciatori di mostri hanno ucciso brutalmente per generazioni le creature del Marvel Cinematic Universe senza dimostrare alcuna pietà nei loro confronti.
Al contrario dei suoi colleghi, Elsa non affronta Jack Russell nella sua forma da licantropo dimostrando per la prima volta umanità verso un mostro che le ha persino salvato la vita.
Il fatto che i colori ritornino non appena Elsa entra in possesso della Bloodstone, pertanto, rappresenta una critica all’odio per il diverso e un invito allo spettatore ad abbracciare un ritorno alla compassione e alla gentilezza.
Il giubbotto arancione, inoltre, è un chiaro riferimento al look fumettistico di Elsa Bloodstone che, come anticipato da Laura Donnelly in un’intervista, subirà un’evoluzione dopo gli eventi dello speciale e si avvicinerà sempre di più alla versione dei fumetti.