I fratelli Russo hanno svelato che la battaglia all’aeroporto di Captain America: Civil War era molto più lunga originariamente.
Nel corso degli anni il Marvel Cinematic Universe ha regalato agli spettatori degli spettacoli visivi unici grazie alle numerose battaglie presenti nei vari film prodotti dai Marvel Studios come il combattimento all’areoporto visto in Captain America: Civil War (2016). Nonostante le lamentele dei fan che si aspettavano una versione più fedele alla saga a fumetti di Civil War che coinvolgesse una quantità significativamente maggiore di supereroi, i fratelli Russo hanno saputo mettere in scena una delle sequenze d’azione migliori dell’MCU, in grado di valorizzare le abilità di ciascun membro del #TeamIronMan e del #TeamCap.
Durante un’intervista con GQ, i fratelli Anthony e Joe Russo (registi di Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame) hanno parlato del processo creativo dietro alla realizzazione della sequenza, svelando che “un sacco di cose” sono state tagliate in fase di montaggio dalla battaglia all’aereoporto di Lipsia:
Joe: “In realtà ci sono un sacco di cose che sono state tagliate dalla sequenza all’areoporto. Sai, quando lavori su un set di quella portata, con così tanti personaggi, generalmente è iterativo. Di solito c’è un processo di prove ed errori, dove giri molte cose, le monti insieme, non ti piace come si incastrano tra loro e torni indietro. O magari abbiamo un’idea migliore e la concretizziamo. La cosa bella del lavorare con la Marvel è che hai molte risorse a disposizione e di conseguenza puoi fare marcia indietro. Ed io ed Anthony siamo implacabili e esaustivi nel cercare un modo per raccontare la storia migliore possibile. Quando realizziamo un film come quello, probabilmente giriamo per 12 o 13 giorni e montiamo 4 o 5 ore a notte. E, sai, dormiamo molto, molto poco. Il nostro approccio consiste nel revisitare il materiale in blocchi mentre stiamo girando e vedere se possiamo migliorarlo. O vedere se un certo elemento della storia spunta su un altro elemento della storia, e poi lo accentuiamo. E sai, chiamavamo [Christopher] Markus e [Stephen] McFeely e dicevamo ‘Venite in sala di montaggio, guardiamo questa cosa insieme e poi discutiamo di che altro possiamo fare per potenziare la storia.’ È per questo che una cosa come quella richiede 50 giorni, ma il nostro processo è molto più organico di così. E ci sono molti elementi con cui lavoriamo. Ci sono i previz, ci sono gli artisti degli storyboard, ci sono idee che arrivano da qualsiasi parte. Io ed Anthony comandiamo la nave cercando di individuare quelle che pensiamo siano le idee più interessanti. E a volte quelle idee devono essere legate assieme con una nuova storia.”
Anthony: “E penso che uno dei motivi per cui ci abbiamo messo così tanto tempo, e il motivo per il quale siamo stati costretti a tagliarne alcune, fosse il fatto che era molto importante per noi approcciarci a quella sequenza mostrando il punto di vista di ogni singolo personaggio. Sai, non volevamo che la presenza di alcuni personaggi fosse data per scontata. Tutti avevano un motivo per essere lì, tutti avevano una crisi da affrontare, c’era una componente emotiva per loro… Abbiamo passato molto tempo a concepire quella sequenza, dal punto di vista di ogni singolo personaggio.”