Il seguente articolo si propone di mettere a confronto pro e contro delle limitazioni sui supereroi che, negli anni, sono state introdotte all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel.
L’Universo Cinematografico Marvel, al giorno d’oggi, è molto più di una semplice saga cinematografica; con più di 30 prodotti, tra film e serie, è più corretto infatti definire l’MCU un vero e proprio universo fittizio, speculare a quello reale e dotato di proprie caratteristiche.
Per estensione, lo stesso ragionamento va applicato alla società che pervade il pianeta Terra di questo universo, anch’essa analoga a quella reale, con la differenza che si ritrova a disciplinare un mondo in cui i superpoteri sono la normalità.
Due sono le misure apportate per attuare questa regolazione: l’entrata in vigore degli Accordi di Sokovia e l’istituzione del Damage Control: analizziamoli in dettaglio.
Gli accordi di Sokovia
Fino agli eventi di Captain America: The Winter Soldier (2014), l’attività di (quasi) tutti i supereroi operanti su suolo terrestre era supervisionata dallo S.H.I.E.L.D., agenzia governativa capeggiata da Nick Fury (Samuel L. Jackson). Tuttavia, a fronte delle vicende avvenute nella pellicola sopracitata, l’organizzazione si sfaldò, e si venne così a creare un vuoto legislativo sulla libertà d’azione dei soggetti dotati di capacità superumane.
La situazione si aggravò all’acuirsi della tensione sociale dovuta ai continui “effetti collaterali” che si verificavano ogni qual volta i Vendicatori entravano in azione; la goccia che fece traboccare il vaso fu l’uccisione accidentale di alcuni civili a Lagos, attribuita a Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen).
A seguito del triste accaduto, le Nazioni Unite decisero di regolarizzare e disciplinare l’operato degli Avengers e invitarono questi ultimi, tramite il Generale Ross (William Hurt), a firmare all’unanimità un trattato che li avrebbe vincolati ad agire esclusivamente sotto ordine e autorizzazione dell’ONU.
L’avvenimento divise ideologicamente la squadra, che si spaccò creando due fazioni: una capitanata da Tony Stark/Iron Man (Robert Downey Jr.) e favorevole agli accordi, l’altra fedele a Steve Rogers/Captain America (Chris Evans) e restia ad accettare i termini del trattato. I due schieramenti arrivarono inevitabilmente allo scontro durante i noti eventi di Captain America: Civil War (2016).
Alla fine del film, ogni membro del Team Cap diventò a tutti gli effetti fuorilegge, quantomeno fino all’arrivo di Thanos (Josh Brolin) sul pianeta e a ciò che ne conseguì.
Il Damage Control
In seguito alla Battaglia di New York, avvenuta nel finale di The Avengers (2012), le Stark Industries collaborarono con il Governo degli Stati Uniti d’America per la creazione di un’agenzia governativa, il Damage Control (DODC), finalizzata a contenere i danni incidentali che lo scontro con i Chitauri aveva causato a New York.
Questo dipartimento governativo, tuttavia, andò ben oltre il fine per cui era stato istituito, allargandosi sempre di più, fino a diventare una vera e propria appendice del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America, dedicata interamente alla sorveglianza nei confronti dell’attività superumana.
Il Damage Control è finora apparso in Spider-Man: Homecoming (2017), Spider-Man: No Way Home (2021) e Ms. Marvel (2022).
Giusto o sbagliato?
L’istituzione di queste misure di contenimento ha scaturito una spaccatura netta tra i personaggi fittizi che popolano l’MCU, ma anche e soprattutto tra i fan del franchise, specialmente per quanto riguarda la bontà gli accordi sokoviani. Questa divisione ha creato negli anni numerosi dibattiti, spesso anche pieni di fervore, che sono in tutto e per tutto paragonabili a diatribe di politica reale.
Lo scopo di questo articolo è elencare gli aspetti positivi e negativi di tali limitazioni sulla base delle argomentazioni mosse dai fautori delle rispettive posizioni.
I pro
Chi avalla gli Accordi di Sokovia e il DODC sostiene che i superpoteri sarebbero più pericolosi che utili. L’idea di fondo è che non si può riporre fiducia massima nei confronti di soggetti le cui capacità vanno oltre il limite umano. Tale convinzione è legata sia a un’estensione del concetto di abuso di potere che alla paura ricorrente che ha l’umanità nei confronti delle armi di distruzione di massa; ne consegue che l’individuo dotato di poteri sovrumani non viene più visto come una persona, bensì come un connubio tra le due cose: una bomba atomica senziente.
Visti sotto questo aspetto, sia gli Accordi che il DODC vengono riconosciuti come baluardi di sicurezza volti a impedire che un Super oltrepassi il limite. Questo termine, Super, è molto importante, perchè il sostantivo “supereroe” implica un’accezione positiva, la quale entra inevitabilmente in contrasto con la posizione cinica che viene assunta da chi si pone a favore di questa causa.
Chi decide se una determinata persona in possesso di poteri è buona o cattiva? Spesso nemmeno il soggetto in questione è lucido nel determinare la bontà delle proprie azioni; John Walker/U.S. Agent (Wyatt Russell) credeva di essere nel giusto, era convinto del suo status da eroe senza macchia e senza paura, eppure, durante gli eventi di The Falcon and The Winter Soldier (2021), una volta assunto il siero del Super Soldato ha brutalmente ucciso un nemico disarmato e arresosi.
Gli Avengers, per quanto siano universalmente riconosciuti come eroi, hanno tra le loro fila elementi che non possono rispondere a degli ordini precisi come farebbe un soldato. Thor (Chris Hemsworth), Bruce Banner/Hulk (Mark Ruffalo) e Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) sono elementi che, per motivi diversi, hanno dimostrato in più di un’occasione la loro scarsa propensione all’autodisciplina, e, considerato il loro immenso potere, non possono essere lasciati a briglia sciolta.
Perché una società sempre più evoluta, organizzata e regolarizzata dovrebbe concedere margini di libertà così ampi ai soggetti più pericolosi del pianeta? È un quesito che, in seguito allo smantellamento dello S.H.I.E.L.D., ha portato a inevitabili riflessioni.
“Come definireste dei soggetti, residenti in America, con abilità sovrumane, che ignorano ripetutamente la sovranità e impongono la loro volontà a proprio piacimento e che, francamente, sembrano indifferenti a ciò che si lasciano alle spalle?”
– Thaddeus Ross
I contro
Coloro che non danno credito né agli Accordi né tantomeno al DODC, sono del parere che limitare la libertà d’azione dei superumani equivalga a bandire l’unico medicinale efficace contro una data malattia, che viene identificata nelle minacce costanti che affliggono la Terra dell’MCU. Secondo costoro, i supereroi non sono armi biologiche e non vanno trattati come tali. I superpoteri rappresentano in quest’ottica un dono usato dai giusti per proteggere gli indifesi.
I promotori di questo ragionamento non negano le défaillance avute dai Vendicatori nel corso della loro storia, ma ritengono comunque che il valore costituito dalle opere di bene da essi compiute superi di gran lunga il male causato dagli errori commessi in buona fede. Inoltre, vengono mosse diverse critiche nei confronti degli Accordi di Sokovia, che vengono visti come una tattica adottata dall’ONU per avere un esercito di Super da usare a discrezione del proprio Consiglio di Sicurezza, organo soggetto a diverse critiche nel mondo reale.
Per quanto riguarda il Damage Control, invece, viene considerato illecito il rapido allargamento delle aree di competenza avvenuto in seguito alla sua istituzione, e le poche apparizioni nell’MCU di quest’agenzia e degli ufficiali che la rappresentano non fanno che alimentare i dubbi sull’integrità di questa branca del Dipartimento di Giustizia.
Professarsi contrari a tali provvedimenti coercitivi è un atto di fede. Fede nella purezza d’animo, fede negli individui, fede in uno scudo simbolo di libertà. Sta a ognuno di noi decidere se questa fede è da considerarsi lodevole o cieca.
“Se firmiamo, rinunciamo al nostro diritto di decidere. Se ci mandassero in un luogo dove non riteniamo giusto andare? Se noi volessimo andare in un luogo e ce lo impedissero? Forse non siamo perfetti, ma le mani più sicure rimangono le nostre.”
– Steve Rogers
Conclusioni
Questa annosa diatriba risale, come detto, agli avvenimenti di Captain America: Civil War (2016), i quali, però, non hanno mai avuto conseguenze reali per la fazione ribelle. Se è vero che, sulla carta, gli Accordi sono stati firmati e i membri del Team Cap sono stati ritenuti fuorilegge, è altresì vero che le vicende di Avengers: Infinity War (2018), situate cronologicamente poco tempo dopo, hanno oscurato totalmente quello che altrimenti sarebbe riconosciuto come il perno centrale della macrotrama della Saga dell’Infinito.
Il Damage Control, grazie all’inaspettata importanza che ha assunto a partire dalla Fase 4 dell’MCU, sta di fatto riportando l’attenzione su questo argomento, pur prendendo una strada diversa e, se vogliamo, più simile al canone classico dei film supereroistici. Il pubblico viene nuovamente sollecitato, dato che dovrà tornare a fare i conti con la propria visione del mondo e con quella degli altri, attuando ragionamenti che vanno oltre la semplice ricezione del dualismo tra bene e male.
Questo tema, più “politico” e tangibile rispetto alla direzione principale che sta prendendo la nuova Saga dell’MCU, può rappresentare una ventata d’aria fresca per i fan, che hanno dimostrato negli anni di non essere (solo) una massa informe interessata a vedere dei “parchi a tema”, bensì dei soggetti pensanti, in grado di apprezzare anche contenuti più maturi e sofisticati, che hanno fatto la fortuna di uno dei film più belli del filone.