Il mondo accoglie la più potente supereroina dell’universo.
Creato da Stan Lee e Gene Colan nel 1967, il personaggio di Captain Marvel è noto in varie versioni, ma sarà quella portata al cinema dai Marvel Studios la migliore? Forse sì, forse no. Quel che è sicuro è che il film diretto da Anna Boden e Ryan Fleck è la migliore versione per rappresentare la rivincita sociale sull’odio verso le minoranze e sulle diversità, dell’eterna lotta per l’uguaglianza che rompe ogni luogo comune sui pregiudizi, ora più che mai, nella cupa e conservatrice America di Trump.
Un capolavoro? Assolutamente no, ma necessario? Assolutamente sì. Perchè rompere gli schemi è ciò di cui abbiamo bisogno oggi, perchè è troppo comodo credere che il cattivo sia sempre il mostro con la faccia brutta e il buono uno smagliante e fascinoso Jude Law di turno, e quando un plot-twist ci sconvolge la vita facendoci crollare ogni certezza, è proprio qui che arriva il momento di fare una scelta: condanneremo la rivelazione restando dei conservatori che fomentano l’odio verso scomode verità? O accetteremo un plot-twist solido e decisivo che rompe ogni canone dando uno schiaffo morale a tutto ciò che per anni è sempre stato convenzionale?
Ora la figura dell’eroe non si identifica nel valoroso e potente Macho-Man che deve salvare la donzella in pericolo, basta stereotipi sessisti e bigotti. Carol Danvers, interpretata da una fantastica Brie Larson, è la verità. Troppo a lungo frenata, troppo a lungo manipolata da retrogradi conservatori e che infine si libera risplendendo in una luce dorata abbattendo tutte quelle pareti che la contenevano. Una sottile ed incisiva metafora che parla forte e chiaro.
Il coraggio è donna. Il potere è donna. Il futuro dei supereroi al cinema è donna!
Come per ogni pellicola del genere, Carol Danvers deve scoprire se stessa per diventare ciò a cui è destinata ed in questo gioca molto bene l’interpretazione della Larson che a mio parare ha da subito caratterizzato il personaggio che nel corso dei film è diventato sempre più solido e carismatico nonostante le successive apparizioni, oltre il suo stand-alone, si limitano ad una comparsa nella scena post-credit di Ant-Man and the Wasp e in un ruolo più marginale in Avengers: Endgame.
Eppure la nostra Carol passa dall’essere una ragazza spaesata e insicura a uno dei characters più potenti dell’universo. All’inizio di del primo capitolo “Verse” non ricorda il suo passato nè il suo vero nome e si presenta con un look totalmente 90’s come una potente guerriera della Star-Force dei Kree, spesso frenata dagli insegnamenti del mentore Yon-Rogg (Jude Law) e lo si legge dal suo volto che è costantemente in crisi d’identità.
La sua uniforme porta i colori dei Kree che ci vengono presentati come “i buoni” della storia intenti ad ostacolare le invasioni dei riluttanti Skrull, che in realtà si rivelano essere un popolo costantemente in fuga e in cerca di dimora. In seguito a questa rivelazione e dopo aver abbandonato la sua uniforme di macchina da guerra Verse esterna tutto il suo lato umano vestendo i panni della “Zia Carol” ritrovando i suoi affetti sulla terra che la aiutano a ritrovare il proprio passato e a scoprire chi è realmente.
Lo sguardo della ragazza diventa fiero, non più smarrito ma determinato e portatore di speranza come i colori della sua nuova uniforme rosso e blu, non più una pedina manipolata dal nemico, non più un’anima perduta nell’oblio ma un’audace e valorosa guerriera che si rialza sempre ogni volta che cade a terra. Il suo nome è Carol Danvers!
Nonostante le sue successive rapide apparizioni, il look del personaggio è cambiato a seconda dei periodi storici in cui le vicende si sono svolte, ma questo solo grazie all’intervento della CGI poichè per questioni di tempistiche l’attrice ha girato con un unico costume di Captain Marvel per ogni film.
Oltre quello che abbiamo ammirato nel suo stand-alone dedicato, nella scena post-credits di Ant-Man and the Wasp e quindi quasi trent’anni dopo le vicende del primo capitolo, la tua tuta appare avanzata e con degli interventi dorati che la rendono ancora più maestosa. Poichè la scena si colloca subito dopo lo schiocco di Thanos, Carol indosserà quella stessa in tutta la prima parte del successivo e conclusivo Avengers: Endgame.
Ma la versione definitiva che più ho amato del personaggio è presente dopo un salto temporale di 5 anni dalla decimazione del titano pazzo in cui l’ormai potentissima Captain Marvel è una guerriera vissuta, forte e con molta più esperienza dei suoi colleghi. Sfoggia un look estremamente comic-accurate come nelle più recenti iconografie, capelli corti e con tanto di famoso “drappeggio” lungo la cintura e con una nuova tuta dai colori invertiti come omaggio al costume del primo Capitan Mar-Vell fumettistico di sesso maschile.
Giunge nella battaglia finale avvolta dalla sua luce dorata e mentre cerca di contrastare Thanos impedendogli di schioccare nuovamente le dite con guanto dell’infinito, questi le sferra una violentissima testata contro il muso; Carol non si sposta di una virgola, lo guarda dritto negli occhi con sorriso ammiccante… è la più potente guerriera dell’Universo.
Ecco la miglior versione di se stessa, che spero di continuare a vedere in futuro poichè l’ho amata sin da subito e che già esterna i giusti requisiti per diventare a tutti gli effetti il prossimo “Capitano” dell’Universo Cinematografico Marvel nonchè uno dei personaggi di maggior rilievo nel futuro del franchise!