Avengers: Infinity War si ispira alle vicende di due crossover a fumetti della Marvel Comics: Infinity Gauntlet e Infinity War, entrambi incentrati sulla figura di Thanos e la sua ricerca delle sei Gemme dell’Infinito.
Per ristabilire “l’equilibrio” nell’universo, il titano si è convinto di dover sterminare in maniera casuale metà di ogni forma di vita esistente, e le sei gemme sono l’unica fonte di potere adatta per realizzare il suo intento.
I Marvel Studios ha iniziato a gettare le basi per questo ambizioso progetto già a partire da Captain America – Il Primo Vendicatore (2011) in cui viene introdotta la Gemma dello Spazio celata all’interno del Tesseract. La fase preparativa, durata sette anni e dipanatasi nell’arco dei successivi film dell’Universo Cinematografico Marvel, fa di Avengers: Infinity War il progetto più ambizioso della Casa delle Idee.
Avengers: Infinity War è un film corale che porta sullo schermo (quasi) tutti i personaggi introdotti fin qui nell’MCU, proponendo squadre prima inedite che affronteranno Thanos (Josh Brolin) e i membri dell’Ordine Nero. Il film si svolge su tre piani narrativi: Iron Man (Robert Downey Jr.), Spider-Man (Tom Holland) e Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) affronteranno Fauce d’Ebano e Astro Nero cercando di proteggere l’Occhio di Agamotto, il talismano dello Stregone Supremo che al suo interno contiene la Gemma del Tempo.
Nello spazio profondo, Thor (Chris Hemsworth), insieme a Rocket (Bradley Cooper) e Groot (Vin Diesel), cercherà di forgiare un’arma per poter affrontare Thanos dopo la distruzione del Mjolnir. Il resto dei Guardiani della Galassia non starà con le mani in mano; Star-Lord (Chris Pratt), Gamora (Zoe Saldana), Drax (Dave Bautista) e Mantis (Pom Klementieff) tenteranno di recuperare la Gemma della Realtà, anche conosciuta come Aether, affidata al Collezionista. I quattro dovranno inoltre impedire al Titano Pazzo di trovare l’unica delle gemme non ancora localizzata, la Gemma dell’Anima.
Sulla Terra, Captain America (Chris Evans), Vedova Nera (Scarlett Johansson) e Falcon (Anthony Mackie) corrono in soccorso di Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) e Visione (Paul Bettany); l’androide è stato gravemente danneggiato durante lo scontro con Proxima Media Nox e Gamma Corvi, l’unico modo per salvarlo è portarlo in Wakanda per separarlo dalla Gemma della Mente incastonata sulla sua fronte.
Confezionare un crossover ambizioso come Avengers: Infinity War è come cucinare un piatto elaborato con molti ingredienti, anche molto diversi da loro. È necessario avere un ottima conoscenza delle materie prime (nel nostro caso i singoli personaggi), ed essere in grado di esaltarli presi singolarmente, come gli studios hanno saputo fare nei loro film individuali.
Successivamente si deve imparare ad abbinarli tra di loro bilanciandone i contrasti e lavorando sulle affinità, come si è visto nelle varie pellicole che hanno portato alla formazione dell’ensamble degli Avengers, ma anche alla loro separazione. Infine si deve rischiare, sperimentare, aggiungere o togliere, rimescolare per proporre nuovi abbinamenti inediti e riuscire a stupire, a spiazzare lo spettatore.
Questo è il risultato raggiunto dai fratelli Anthony e Joe Russo, che riescono a cucinare un film bilanciato dove ogni ingrediente trova il suo giusto spazio, restituisce un senso di familiarità nel ritrovare gli eroi già conosciuti ma, condendoli con elementi presi in prestito dagli altri franchise, li propone sotto una luce diversa e in luoghi inediti, arricchendoli.
Avengers: Infinity War è uno di quei film che rappresentano una pietra miliare del cinema (checché ne dica Martin Scorsese); un cast stellare porta sullo schermo personaggi che abbiamo imparato ad amare per dieci lunghi anni di narrazione interconnessa tra le diverse pellicole, mettendo in piedi un’opera che rivoluziona la narrazione e propone un nuovo modo di fare cinema. Un intero universo, per la prima volta insieme.