Tra tutti i personaggi della Casa delle Idee, uno dei più difficili da trasporre cinematograficamente (e non solo), in quanto eroe atipico, è stato l’Incredibile Hulk.
Molti hanno conosciuto il personaggio grazie al telefilm andato in onda negli anni ’70 – ’80 che ha creato nell’immaginario collettivo un icona molto diversa dal Golia Verde del fumetto. Nella serie Hulk era interpretato dal culturista Lou Ferrigno che, oltre ad apparire in un cameo, nella versione originale del film è la voce del gigante.
A portare l’energumeno nelle sale cinematografiche ci aveva riprovato nel 2003, con scarso successo, l’Hulk di Ang Lee, che molto si era scostato sia dal telefilm che dal fumetto, rielaborando le vicende di Bruce Banner/Hulk come un’aspirazione al divino.
L’Incredibile Hulk diretto da Louis Leterrier riassume la genesi del personaggio con un montaggio di alcune scene sui titoli di testa che raccontano di come Banner si sia sottoposto ai raggi gamma che hanno dato vita al suo alter ego, per poi concentrarsi sulle successive disavventure dello scienziato.
Il Bruce Banner che troviamo in Brasile all’inizio del film è un uomo in fuga; questo elemento è dichiaratamente ispirato al telefilm e fortemente voluto dallo stesso protagonista, Edward Norton, che ha partecipato anche alla stesura della sceneggiatura.
In questa nuova pellicola, che porta di fatto il Golia Verde all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel, vediamo Banner trattare Hulk come una malattia da tenere sotto controllo tramite la meditazione e la pratica delle arti marziali, in attesa di riuscire a confezionare una cura.
Per riuscire nel suo intento con lo pseudonimo di Mr. Green chiederà l’aiuto di un altro scienziato, il misterioso Mr. Blue che si rivelerà poi essere Samuel Sterns (Tim Blake Nelson), col quale comunica a distanza tramite un canale criptato. A dare la caccia allo scienziato è il generale Thaddeus Ross (William Hurt) Intenzionato a catturare Hulk per utilizzare il suo DNA all’interno del progetto per creare dei super soldati.
Un banale incidente nella fabbrica in cui lavora farà sì che Banner venga localizzato; per recuperarlo viene inviata una squadra guidata dal capitano di origini inglesi Emil Blonsky (Tim Roth). I soldati ignari di quello a cui stanno andando incontro, nel tentativo di catturare Banner, risveglieranno il gigante verde che riuscirà a fuggire.
Banner si risveglia in Chiapas e decide di Tornare negli Stati Uniti per cercare di recuperare dei dati relativi alle sue ricerche che potrebbero aiutarlo a scoprire una cura. Una volta a casa, per entrare nel complesso universitario dove sono custoditi i dati di cui a bisogno, chiederà l’aiuto dell’ex fidanzata e collega Betty Ross (Liv Tyler), figlia del generale Ross.
Poiché il generale fa tenere sotto controllo sua figlia, proprio nell’eventualità che Banner cerchi di contattarla, I militari tenteranno nuovamente di catturare Banner tendendogli un’imboscata. Anche stavolta lo scienziato, perso il controllo, si trasformerà in Hulk e si troverà a dover affrontare Blonsky, il quale nel frattempo, resosi conto di dover combattere qualcosa che va ben oltre le capacità umane, ha convinto il generale Ross ad iniettargli il siero del super soldato; nonostante il soldato d’élite sul campo risulti aver migliorato di molto le proprie capacita di forza ed agilità, lo scontro sarà breve ed Hulk dopo aver ridotto quasi in fin di vita il suo avversario, fuggirà nuovamente portando con se Betty.
Tornato in sé Bruce si reca con Betty a New York da “Mr. Blue” il quale, grazie un campione di sangue che Banner gli aveva inviato, oltre ad aver elaborato una cura ha riprodotto in grande quantità il DNA estratto; la cura sembra funzionare e inibisce temporaneamente la trasformazione. Contemporaneamente Blonsky, grazie al siero del super soldato al quale si è sottoposto, è protagonista di una straordinaria guarigione; completamente ripresosi in breve tempo, si sottopone ad una nuova iniezione del siero che ne aumenterà ulteriormente la forza, ma inizierà anche a subirne gli effetti collaterali manifestando deformazioni ossee.
Nuovamente rintracciati dall’esercito Betty e Bruce, che non può più trasformarsi, vengono catturati; mentre il generale Ross prende in custodia i due fuggiaschi trasferendoli con un elicottero, Blonsky, inebriato dal potere guadagnato ed intenzionato ad acquisirne sempre di più, costringe Samuel Sterns ad iniettargli il DNA di Hulk. L’interazione tra il siero del super soldato e il DNA innescano in Blonsky una violenta reazione che lo tramuta in Abominio.
La creatura si scatena per le strade della città seminando la distruzione, Banner venuto a conoscenza della trasformazione di Blonsky decide di lanciarsi dall’elicottero che lo sta trasportando, sperando che l’adrenalina della caduta riporti indietro Hulk, l’unico in grado di fermare Abominio.
La caduta ha l’effetto sperato e tra i due giganti si scatena una furibonda battaglia, nella quale Abominio inizialmente appare prevalere, ma alla fine sarà Hulk ad avere la meglio; il gigante verde sta per finire il nemico, ma l’intervento di Betty lo fermerà. Il Golia Verde dopo aver per un attimo dato l’impressione di trovare la calma grazie alla voce dell’amata, fuggirà nuovamente.
Il film è costruito sulla dualità tra il protagonista e l’antagonista; Banner suo malgrado detentore del potere di Hulk, desidera solamente recuperare la propria vita tanto da riuscire a far riaffiorare dalla bestia la propria identità, per amore di Betty; Blonsky viene progressivamente attratto dal potere fino a rinunciare completamente alla sua umanità pur di ottenerne sempre di più.
Edward Norton tenta di approfondire il lato più umano del personaggio, la frustrazione di Banner che si trova ad affrontare da solo una condizione che gli impedisce di poter vivere normalmente e lo rende una minaccia per coloro che gli stanno vicino. Nonostante l’interessante spunto Norton sembra non riuscire completamente a trovare la propria dimensione; l’attore fu scelto anche per aver già interpretato il ruolo di un personaggio con doppia personalità sia in Schegge di paura che in Fight Club, ma stavolta l’abile gioco di specchi, già messo in scena dall’attore nelle due pellicole, riesce solo in parte, complice anche la rappresentazione grafica di Hulk che mancava di una certa continuità con la figura di Banner.
Degna di nota anche l’interpretazioni di Tim Roth, che nel film recita in un’insolita veste “action”; nell’originale il personaggio aveva un forte accento Cockney, purtroppo andato necessariamente perduto nel doppiaggio italiano, ma che aggiungeva spessore e credibilità al navigato soldato di estrazione povera formatosi, per così dire, “sul campo”. Si cimenta in un ruolo per lui insolito anche William Hurt, rendendo alla perfezione il ruvido generale Ross dilaniato dall’ossessione per il Golia Verde da una parte e l’amore per la figlia Betty dall’altra.