Questo ormai celebre scambio di battute, tratto dal grande crossover The Avengers (2012), è forse la descrizione più iconica che Tony Stark dà di se stesso.
Iron Man, ancora più di Captain America, incarna lo spirito americano contemporaneo; pur giocando il ruolo dell’egocentrico viziato, è pronto a sacrificarsi per il bene comune, perfetto esempio di individualismo democratico.
Una volta tolta l’armatura di Iron Man è Robert Downey Jr. a dare vita sullo schermo a Tony Stark, il miliardario geniale, sfrontato e pieno di sé, ma che più volte dovrà mettersi in discussione: nonostante il suo atteggiamento da vincente cadrà, ma riuscirà a rialzarsi in piedi. La sua recitazione è sicuramente uno dei motivi del successo del personaggio, al quale è riuscito a dare una personalità complessa e sfaccettata, creando una controparte cinematografica di Stark più profonda dell’originale cartaceo.
Downey Jr. comincia presto la sua carriera di attore recitando in alcuni film del padre, il regista Robert Downey Sr., esponente del cinema sperimentale degli anni ’60 e ’70.
Esordirà a soli cinque anni in Pound (1970) nel ruolo di un cucciolo di cane; nella pellicola tutti gli attori impersonano dei cani intrappolati nelle gabbie di un canile. Nel 1972 reciterà, non accreditato, nel film Greaser’s Palace, una commedia che reinterpreta la vita di Cristo ambientandola in una cittadina del West.
Fin da bambino, Downey Jr. ha avuto un rapporto difficile col padre, il quale per cercare un modo per comunicare col figlio e riuscire a dimostrargli il proprio affetto lo inizierà a soli sei anni all’uso della marijuana, scelta di cui a distanza di anni si è dichiarato molto pentito. Il parallelismo con la sua controparte cinematografica è, non solo in questo caso, incredibilmente simile: anche Howard Stark (John Slattery) ha un rapporto molto difficile con il figlio Tony, il quale da adulto dovrà affrontare la memoria dell’ingombrante figura del padre.
Dalla metà degli anni ottanta alterna ruoli in commedie adolescenziali (La donna esplosiva, Ehi… ci stai?) e ruoli drammatici (Al di là di ogni limite, 1969 – I giorni della rabbia), finendo per recitare in una serie di commedie che lo porteranno alla notorietà (Uno strano caso, Air America e Bolle di sapone). In questo periodo inizia una breve relazione con l’attrice Sarah Jessica Parker.
Nel 1992 sfiorerà l’Oscar come miglior attore per la sua interpretazione di Charlie Chaplin nel film Charlot, al quale seguiranno la commedia 4 fantasmi per un sogno e il drammatico America Oggi diretto da Robert Altman. Nello stesso anno l’attore sposa la musicista Deborah Falconer, dalla quale ha un figlio, Indio, nato nel 1993. La coppia divorzierà ufficialmente solo nel 2004.
Benché indicato come uno dei più talentuosi della sua generazione, l’attore ha rischiato seriamente di rovinare la propria carriera a causa di una condotta sregolata, segnata dall’abuso di alcool e droghe. Dalla metà degli anni novanta questa condotta lo porterà ad una serie di arresti per possesso e consumo di droga, e alla conseguente perdita di diversi ruoli.
L’abuso di alcol è il nemico che più spesso Tony Stark deve affrontare nei fumetti, uno scontro durato per anni e arrivato al suo apice con l’arco narrativo Il demone nella bottiglia, pubblicato nel 1979. Una storia sorprendentemente matura per i tempi in cui è stata pubblicata, che rispecchia fedelmente l’idea iniziale di Stan Lee: creare un nuovo tipo di eroe, con problemi più umani, in cui il pubblico potesse rispecchiarsi.
Sul lato cinematografico, invece, l’alcolismo di Stark viene solo accennato nelle prime pellicole. In particolare in Iron Man 2 (2010), quando il protagonista si ubriaca al party per il suo compleanno, fatto che lo porterà a farsi sottrarre una delle sue armature dall’amico Rhodey (Don Cheadle).
Anche l’avvelenamento causato dal Palladio, che alimenta il reattore Arc nel suo petto, potrebbe essere letto come una vaga metafora della tossicodipendenza.
Con il nuovo millennio, Robert Downey Jr. tornerà alla ribalta entrando a far parte del cast della serie televisiva Ally McBeal. Lungi dall’aver risolto i problemi di droga, l’anno successivo viene trovato a vagare per strada scalzo e sotto effetto di stupefacenti. Verrà nuovamente arrestato, fatto che gli costerà non solo il suo ruolo nello show, ma anche il suo matrimonio con Deborah Falconer.
Quest’ultimo arresto segna il punto più basso delle sue travagliate vicende: Downey sarà da ora protagonista di una lenta, ma costante, risalita, sia nella vita personale che per quanto riguarda la carriera. Nel 2001 prende parte al video musicale della canzone I Want Love di Elton John.
Nel 2003, sul set del film Gothika (nel quale recita a fianco di Halle Berry), conosce la produttrice Susan Levin, che nel 2005 diventerà sua moglie e dalla quale avrà due figli: Exton Elias, nato nel 2012, e Avri Roel, nata nel 2014. Sarà proprio grazie all’aiuto della moglie, oltre che della famiglia e alla pratica dello Yoga e del Wing Chun, che riuscirà a superare la sua dipendenza dalle droghe.
Un lieto fine che rispecchia alla perfezione l’arco narrativo del suo personaggio nel Marvel Cinematic Universe, che passa da una vita di eccessi ad una stabilità con l’aiuto di Pepper Potts (Gwyneth Paltrow), assistente, che poi diventerà sua moglie.
A metà del primo decennio partecipa alla commedia Kiss Kiss Bang Bang con Val Kilmer e al film drammatico Guida per conoscere i tuoi santi con Shia LaBeouf, parteciperà al film, realizzato con la particolare tecnica detta “interpolated rotoscoping”, A Scanner Darkly – Un oscuro scrutare con Keanu Reeves, tratto dall’omonimo romanzo di Philip K. Dick (nel quale interpreta un tossicodipendente) e recita accanto a Jake Gyllenhaal nel thriller Zodiac diretto da David Fincher.
Nel 2006 arriva un’occasione d’oro, che segnerà un punto di svolta eccezionale nella sua carriera. La Marvel Entertainment decide di produrre un film dedicato ad Iron Man, personaggio non molto amato dal pubblico per via dei suoi numerosi vizi e del suo poco eroismo. La produzione vorrebbe una star come Tom Cruise per attirare il pubblico, ma il regista Jon Favreau non è d’accordo.
Favreau proporrà più volte Robert Downey Jr. per il ruolo da protagonista. L’attore era circondato da un’aura di negatività per via del suo burrascoso passato, ed esso era esattamente ciò che il regista riteneva perfetto per il ruolo. In una serie di interviste, infatti, Favreau ha dichiarato:
Sarah Halley Finn, la direttrice di casting, accetta la proposta. “O la va, o la spacca”, per così dire: ma non è stata solo fortuna se Iron Man, uscito nelle sale cinematografiche nel 2008, è stato il primo di una lunga serie di successi.
Escludendo le pellicole degli Avengers, il franchise di Iron Man ha portato a casa oltre 2,4 miliardi di dollari. Gran parte del successo, lo riconoscono tutti, è dovuto alla magnetica interpretazione di Downey Jr.
Da quel momento apparirà in ben altri 9 film dell’Universo Cinematografico Marvel nei panni del geniale miliardario: un breve cameo ne L’incredibile Hulk (2008), Iron Man 2 (2010), The Avengers (2012), Iron Man 3 (2013), Avengers: Age of Ultron (2015), Captain America: Civil War (2016), Spider-Man: Homecoming (2017), Avengers: Infinity War (2018) e Avengers: Endgame (2019). Sarà questo ruolo a portargli la fama internazionale e a renderlo uno degli attori più pagati degli ultimi anni.
In molte occasioni, nel corso delle varie pellicole, Tony si troverà ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni, riuscendo a mettere da parte il proprio ego e intraprendere un difficile percorso che lo porterà in luoghi inediti.
Nell’ultimo, grande crossover, Avengers: Endgame, troviamo un Tony Stark decisamente più maturo rispetto al playboy miliardario del primo Iron Man. Diventato padre, finalmente sembra aver trovato l’armonia familiare mancatagli durante l’infanzia. L’incontro con Howard Stark (John Slattery), durante il suo viaggio nel tempo, gli darà la possibilità di capire che, sebbene incapace di dimostrarglielo, il padre nutriva un sincero affetto nei suoi confronti.
Il percorso di maturazione di Tony Stark nell’arco dei film dell’MCU è una delle colonne portanti della narrazione. Robert Downey Jr. sembra quasi portare sullo schermo la propria storia, ed è per questo che la sua interpretazione risulta particolarmente convincente sia nel rappresentarne gli eccessi e le fragilità che nella capacità di riscattarsi dai propri errori.